L’omelia per i 100 anni di Mons. Gatti del Vicario Generale Mons. Paolo Parodi

CENTENARIO MONS. RENZO GATTI, 22 marzo 2024

Pochi giorni fa, nel Santuario a Santa Giulia di Dego abbiamo celebrato i 100 anni di nascita della Beata martire Teresa Bracco.

Oggi ricordiamo che 100 anni fa in Rocchetta Palafea, figlio di Luigi ed Ester Carena, veniva alla luce Renzo, che dal 29 giugno 1948 sarebbe stato don Renzo. In quella data, infatti, né per propria scienza, né per propria capacità, né per propria volontà è stato chiamato dal Signore a svolgere il ministero sacerdotale.

100 anni, un secolo di vita.
100 anni visti dalla nostra parte sono tanti, anche se oggi il trend è per una vita più lunga.
100 anni visti dalla parte dell’eternità di Dio, che è “il Re dei giorni, il Signore dei secoli” (Tb 13,10-13) sono un soffio. La Scrittura ce lo ricorda: Ai tuoi occhi, mille anni sono come il giorno di ieri che è passato, come un turno di veglia nella notte (Sal 89).
100 nella Bibbia è il numero della benedizione di Dio, che indica la ricompensa che ognuno riceverà in più rispetto a quello che ha donato. La spiga che porta 100 chicchi di grano è grazia di Dio, Abramo che diventa padre di Isacco a 100 anni è il segno della benedizione di Jahvè. Qualunque numero moltiplicato per 100 sta a significare una particolare condizione di favore divino.
Eppure di fronte a questa considerevole quantità di anni, di vita sono certo che Mons. Gatti ci voglia richiamare la sapienza della Parola di Dio, allorquando ci ricorda la nostra finitudine: L’uomo: come l’erba sono i suoi giorni! Come un fiore di campo (Sal 103,15); L’uomo è come un soffio, i suoi giorni come ombra che passa (Sal 144).

Possiamo provare ad immaginare la nostra vita come un libro, e il numero delle pagine corrispondere a quello degli anni della vita di ciascuno di noi.
Cosa c’è scritto sulle pagine di questo libro che abbiamo oggi tra le mani? Sullo sfondo del libro della vita di Mons. Gatti ci sono i grandi avvenimenti della storia. I Papi di questi 100 anni; la 2° guerra mondiale, le fatiche della ricostruzione; il Concilio Vaticano II con i cambiamenti portati alla vita della Chiesa. Questi sono alcuni dei grandi segni che hanno contraddistinto questo secolo.
Se queste sono state le macro linee, non possiamo non guardare più da vicino questi anni e così notiamo i 7 Vescovi che si sono succeduti sulla cattedra di S. Guido. Vescovi che hanno avuto la leale collaborazione del festeggiato di oggi. Il suo ruolo negli anni è cambiato: viceparroco, cassiere della Curia, canonico, cerimoniere vescovile, nel 1985 presidente del nascente IDSC, parroco di Castelrocchero, direttore della casa del clero, cappellano dell’ospedale cittadino. Non sono che alcuni degli incarichi che Mons. Gatti ha ricoperto.
Mi permetta qui, Monsignore, un piccolo ricordo personale, il ricordo di un bambino -allora era un bambino- che la vedeva giungere con la sua R4 nella colonia di S. Pietro di Masone a rifornire la dispensa.
Sono solo alcune tappe del servizio ministeriale che, don Renzo, ha esercitato nella nostra comunità diocesana e nelle comunità parrocchiali dove la Provvidenza e l’obbedienza lo hanno mandato.

Dunque ne ha fatte di cose in questi 100 anni, Mons. Gatti. E noi siamo qui per ringraziarlo. Ancor più lo dobbiamo ringraziare per quel ministero che si compie nel silenzio, sottovoce, dietro una grata, il ministero della confessione. E’ il ministero della misericordia, che è un chinarsi di Dio sull’umanità. E così va inteso il sacerdozio: Dio si è chinato sull’umanità attraverso Gesù Cristo e, attraverso di Lui, per la potenza dello Spirito, Dio continua a chinarsi sull’umanità attraverso il dono del sacerdozio per un ministero di misericordia, perché Gesù ha raccontato la misericordia del Padre e continua a raccontarla mediante il presbitero, a cui è affidato il sacramento della riconciliazione. Una misericordia che, a detta del profeta Isaia, non deve limitarsi a donare il perdono dei peccati, ma anche fasciare le piaghe dei cuori spezzati.
Però non basta fare delle cose. Conta come si fanno, lo stile che si adotta.
Ringraziare per la fedeltà e la passione dimostrata che sembra rispecchiare l’esortazione: Vivete questo ministero e vivetelo con passione. Non vivetelo da impiegati, non vivetelo a tempo stabilito. Vivetelo con generosità, vivetelo … volentieri. Cioè metteteci tutta l’anima, tutta la forza, tutto l’entusiasmo e tutto l’impegno.

Qualcuno ha detto che la nostra vita è come un viaggio, durante il quale ci facciamo compagnia con alcune persone che poi, talvolta, terminano il viaggio prima di noi. Più la vita è lunga e più questa esperienza del congedo viene conosciuta. È la cesura dagli affetti delle persone a noi più care che vengono meno. E in 100 anni di vita non saranno state poche queste esperienze.

100 anni di vita non possono essere stati tutti facili.
E di difficoltà abbiamo sentito dire anche nella Parola di Dio ascoltata questa mattina: “Sentivo la calunnia di molti […] aspettavano la mia caduta” (1° lett); “Mi circondavano flutti di morte, mi travolgevano torrenti infernali […]” (Sal); “In quel tempo, i giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù” (Vang).
Come resistere, come affrontare questi momenti? Come avrà fatto Mons. Gatti a restare sempre in piedi?
È la stessa Parola ascoltata che ci risponde, che ci ricorda che il Signore ci è vicino: “Ma il Signore è al mio fianco” (1° lett); “Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore. Mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio; mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo” (Sal).

Mons. Gatti ha cento anni, ma non è al termine della sua esistenza, non è al termine della sua corsa. Ha ancora un tratto di cammino da percorrere. In questo momento, in cui inizia a vivere da centenario, vorremmo dirgli che è prezioso per noi e che gli vogliamo bene. Che lo ringraziamo per tutto ciò che ci ha donato e che ancora dona, per tutto ciò che ci ha insegnato e che ci insegna.
Siamo in una chiesa. La chiesa è un luogo privilegiato per pregare. E in questa chiesa vi è un altare dedicato alla Madonna di Lourdes e tutti sappiamo quanta sia la devozione che il canonico Gatti ha per la Vergine apparsa sui Pirenei. Vi invito dunque a pregare per Mons. Gatti, ricorrendo all’intercessione della Vergine Maria. Che cosa possiamo chiedere a Dio per i suoi cento anni? Che cosa possiamo chiedere per don Renzo? Io suggerisco di formulare la nostra preghiera ricorrendo a quella che tra poco ascolteremo: “Concedi, Dio onnipotente, a Mons. Gatti di essere liberato da ogni male e di continuare a servirti con animo fiducioso”. Così sia.

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