XVII domenica T.O. – Anno A – 25 luglio 2020 (prof. Marco Forin)

«Avete capito tutte queste cose?». (Mt 13,51).
Nel Vangelo di questa domenica Gesù, attraverso rapide immagini di
immediata e universale comprensione, prova ancora a spiegare il mistero del
regno celeste. In tutte le similitudini proposte da Gesù, sembra di poter scorgere un comune denominatore: l’atteggiamento della ricerca. Si tratta di un concetto che la nostra cultura ha quasi esclusivamente relegato all’ambito
della conoscenza scientifica e tecnologica ma che ha le sue radici più profonde nella necessità dell’uomo di dare una ragione alla propria e all’altrui esistenza. La spiritualità cristiana da sempre persegue la crescita spirituale come movimento di ricerca: se da un lato è vero che la conoscenza dei misteri rivelati è sempre un dono che arriva da Dio, è anche vero che risulta
indispensabile l’atteggiamento del cuore che non può essere ripiegato su se stesso ma deve essere vigile, con l’orecchio teso verso l’ascolto dei segnali utili per comprendere il mistero di Dio. La ricerca spirituale è un percorso apparentemente semplice ma in realtà irto di difficoltà e insidie. La prima insidia è quella dell’illusione dell’autosufficienza, cioè del bastare a se stessi,
senza la necessità di rivolgersi a qualcuno con un cammino di spiritualità più evoluto oppure ignorando i valori e le ricchezze spirituali che una comunità
di uomini e donne più avanti di noi nel cammino spirituale ci può donare.
Dunque, se da un lato è indispensabile un atteggiamento di apertura e di
ascolto, dall’altro ci risulta difficile prescindere dall’aiuto di guide che indirizzano la nostra ricerca spirituale. Il Vangelo ci aiuta ancora indicando un’ulteriore strada per la ricerca: lo scriba
che tira fuori dal suo tesoro cose nuove e cose antiche è un esempio molto chiaro per indicare che non sempre ciò che appartiene al passato è
definitivamente superato perché accaduto in tempi remoti ma, anzi, può
essere un elemento che illumina il nostro presente. Così la storia sacra del

popolo di Israele, la vicenda storica di Gesù, il percorso storico della chiesa,
la spiritualità dei santi, etc., sono quelle “cose antiche” di cui parla Gesù; non semplici eventi passati da derubricare nel carretto dei ricordi bensì storia viva, edificante, costruttiva. Il periodo estivo, in cui si rallentano un poco i ritmi frenetici dell’attività annuale, è proprio il tempo propizio per questo
cammino di ricerca: ci si può fermare un attimo, guardarsi indietro e tirare
fuori dal proprio bagaglio le “cose antiche” che ci possono aiutare ad
affrontare con maggior consapevolezza le nuove sfide, le “cose nuove” che ci
attendono, mentre col cuore ricerchiamo il regno dei cieli.

Per la preghiera e la riflessione
Mi fermo un poco a rileggere la mia storia per trarne insegnamenti nuovi

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