Omelia di S.E. Mons. Luigi Testore per la Solennità di San Guido, Patrono della Diocesi – 12 luglio 2020

Anche se quest’anno viviamo questa festa in.modo ridotto perché occorre rispettare una serie di norme di sicurezza, la Solennità del nostro Patrono San Guido è comunque un’occasione molto importante per la nostra Chiesa.
L’origine e il percorso della nostra comunità acquese sono ben più lontani dei tempi di San Guido, però gli ultimi mille anni sono stati segnati dalla vita e dell’opera di questo nostro santo Vescovo.
Guido, non solo ci ha lasciato il segno tangibile di questa cattedrale, ma, soprattutto, ha operato per l’evangelizzazione del territorio perché la gente potesse avere veri punti di riferimento spirituale che consentissero nel tempo di radicare e sviluppare la presenza della comunità cristiana.
Per questo è stato scelto come lettura di oggi il brano del Vangelo di Luca che ci è stato ora proclamato: una pagina dura e difficile che però ben si addice ad una figura come San Guido e alla dedizione totale con cui ha svolto il suo servizio episcopale.
Il contesto in cui l’evangelista Luca ci presenta l’episodio narrato è quello del grande viaggio verso Gerusalemme nel quale Luca ambienta gran parte del suo Vangelo. Gesù cammina verso la città dove incontrerà la sua passione, la sua morte e questo cammino diventa occasione di molti incontri e molti insegnamenti: c’è tanta gente che lo segue perché molti si lasciano affascinare dalle Sue parole e dai Suoi gesti, ma Gesù desidera spiegare loro quanto seguire Lui sia una scelta importante e impegnativa. Non si può seguire Gesù quasi per caso perché questo richiede invece una scelta precisa, cioè di mettere Lui, il suo Vangelo al centro della vita.
Si resta anche un po’ stupiti dalla forza del linguaggio che Gesù usa in questa pagina, ma ci può dire soprattutto con chiarezza che a questa gente che lo segue che andare con Lui non può essere una passeggiata: c’è una serietà essenziale nella scelta di essere cristiani che va ben ponderata come Gesù spiega con le parabole della torre e della guerra.
Anche a noi che festeggiamo con il patrono il nostro essere chiesa, la nostra scelta di appartenere, di far crescere questa comunità, la Parola del Vangelo dice che questa deve essere una scelta impegnativa e precisa. E’ la scelta di chi ha come maestro Colui che ha dato la vita per i suoi amici. Questo ci ricorda che possiamo essere una comunità cristiana solo se impariamo ad amare, solo se non ragioniamo più con la mentalità del mondo ma riusciamo invece ad entrare nel pensiero stesso di Cristo.
Anche le situazioni della nostra vita personale e i problemi della storia della società del nostro tempo vanno interpretati alla luce del Vangelo, tanto da chiederci cosa direbbe Gesù delle nostre scelte, dei nostri comportamenti, cosa direbbe Gesù di fronte ai problemi complessi del nostro tempo, di fronte alle ingiustizie sociali e internazionali, di fronte al tema difficile dell’emigrazione, di fronte alle crisi della nostra società.
A ciascuno è dato di vivere un tempo molto limitato della storia e sappiamo bene che non siamo in grado di risolverne tutti i problemi ma ciascuno pone dei piccoli tasselli che possono comunque rendere il mondo migliore o peggiore.
San Guido ha vissuto un tempo per noi lontanissimo ma ha saputo interpretarlo e dare il meglio di sé per orientare nel bene la gente e il territorio che gli erano affidati. Chiediamoci cosa voglia dire per noi oggi vivere questo stesso territorio, di impegnarci a costruire i nostri passi alla luce del Vangelo.
Ci protegga e ci aiuti San Guido che ha tanto amato questa nostra Chiesa!

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