Prima parte.

Il 16 settembre nella Chiesa Cattedrale della nostra Diocesi……

INCONTRO DEL 16 SETTEMBRE 2023

SINODO: DOVE SIAMO ARRIVATI, QUALI I PRIMI FRUTTI
SINODO EVENTO SPIRITUALE CHE AGISCE NELLA STORIA
Come tutti sappiamo la parola Sinodo letteralmente significa “camminare insieme” e
quando parliamo di Sinodo, mi piace ricordare una breve frase di San Giovanni Crisostomo che scriveva: “Chiesa e Sinodo sono sinonimi”. Leggendo questa frase possiamo renderci conto che Sinodo e sinodalità non sono una moda del ventunesimo secolo, perché Crisostomo è un Padre della Chiesa nato nel quarto secolo. In queste sue parole possiamo cogliere che la sinodalità è la forma propria della Chiesa, il camminare insieme del popolo di Dio ci permette di entrare nelle pieghe della storia e di portare Cristo all’umanità. In questo percorso iniziato in tutte le Diocesi il 17 ottobre 2021 è importante prendere coscienza che la Chiesa o è sinodale o non è Chiesa e alla luce della Parola di Dio, avviare un percorso di conversione che ci permetta di scoprire l’azione di Dio nella vita della Chiesa universale e delle singole Chiese locali. Papa Francesco ha messo in evidenza tre verbi: incontrare, ascoltare, discernere. Da questi verbi capiamo come il Sinodo sia un evento spirituale, dove ogni tappa non può prescindere dallo spirito di preghiera, il discernimento non è dialogo e discussione, non è una forma parlamentare ma è una realtà molto più profonda, è lasciare che Gesù si faccia carne e venga generato tra noi uniti nel Suo Nome, prendendo Maria come modello.
Questo SINODO si è svolto e si sta svolgendo a più livelli: universale, continentale, nazionale e diocesano è diffuso in tutto il pianeta ovunque si trovino piccole o grandi comunità.
Non dobbiamo pensarlo come una cosa da fare ma come un cammino di conversione. Papa Francesco all’inizio del suo pontificato ha scritto: “sogno una Chiesa missionaria capace di trasformare ogni cosa… perché le consuetudini, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato all’evangelizzazione del mondo attuale più che per l’autopreservazione. La riforma delle strutture che esige la conversione pastorale si può intendere solo in questo senso, fare in modo che esse diventino tutte più missionarie.”
Dunque, questo cammino è una conversione che gradualmente entra nella nostra vita e trasforma i singoli e le comunità. Martedì ho partecipato ad un convegno online e mi ha colpito una frase che ho ascoltato: “la Chiesa deve imparare a collaborare con lo Spirito”. Quello che vivremo questa mattina potrà essere veramente un’esperienza di questo tipo.
È importante essere realistici, lungo il cammino abbiamo trovato e troviamo ostacoli, critiche, resistenze e immobilità e nella nostra Diocesi il cammino sinodale non è stato uniforme in tutte le zone pastorali ma come ogni percorso è normale che le cose avvengano gradualmente. Nel primo anno abbiamo colto l’esigenza delle persone di creare spazi di comunione e si sono attivati 98 gruppi sinodali camminando in sinergia con tutte le Diocesi italiane. Nella sintesi diocesana sono emersi alcuni punti centrali che l’anno scorso vi abbiamo descritto durante l’incontro di inizio anno pastorale del 15 ottobre 2022 dove abbiamo colto l’esigenza di accoglienza, inclusione, relazioni vere, celebrazioni con meno esteriorità, maggiore umiltà nella Chiesa, testimonianza e incarnazione e soprattutto l’esigenza di una dimensione vocazionale centrata su Cristo e sulla Parola. Nel secondo anno, caratterizzato dai cantieri di Betania con icona biblica il vangelo di Marta e Maria in Diocesi, si sono attivati 35 gruppi che hanno evidenziato la necessità di FORMAZIONE ALLA SINODALITÀ per i futuri preti e aggiornamento (teorico e pratico) per i preti già operativi, l’importanza del RUOLO DEI MOVIMENTI, ASSOCIAZIONI E GRUPPI ECCLESIALI soprattutto da parte della gerarchia per farli inserire meglio nelle attività ordinarie con ruoli coerenti con le diverse vocazioni affinché siano un contributo fattivo alla vita della Chiesa nelle parrocchie, di porre attenzione al DIALOGO ECUMENICO-INTERRELIGIOSO come componente ordinaria della vita delle comunità; l’attenzione alle CELEBRAZIONI LITURGICHE CHE SIANO CO-PARTECIPATE; l’ATTENZIONE ALLA DIMENSIONE MINISTERIALE e in questo tempo di forti trasformazioni l’importanza del rapporto tra comunità cristiana e la DIMENSIONE SOCIO-POLITICA.
Tutto questo ha aperto la strada a nuovi cantieri diocesani che possiamo definire “lavori in corso” e che sono:
– il censimento della Chiesa domestica (“albo” delle famiglie che si sentono membra della Chiesa, che provano a vivere una dimensione di Chiesa domestica con piccole liturgie o momenti di preghiera “familiari”, comunitari tra vicini.)
– Nuove forme di liturgie settimanali.
– Tavoli di ascolto con gli abitanti del villaggio: momenti di incontro anche pubblico, con altre realtà, su tematiche “umane” condividendo la diversità di approcci nell’ottica di conoscere e completare visioni sulle “cose del mondo” (non per dire chi ha ragione)
– il cantiere dei padrini/madrine nei sacramenti Battesimo e Cresima.
– e quello del piano pastorale partecipato che oggi vivremo tutti insieme.
Da questo ricco cammino di tutte le Diocesi, in questo terzo anno Sapienziale che ha come icona biblica il testo dei discepoli di Emmaus sono emersi 5 temi:

1- LA MISSIONE SECONDO LO STILE DI PROSSIMITÀ.
2- IL LINGUAGGIO E LA COMUNICAZIONE.
3- LA FORMAZIONE ALLA FEDE E ALLA VITA
4- LA SINODALITÀ E LA CORRESPONSABILITÀ
5- IL CAMBIAMENTO DELLE STRUTTURE
Adesso non possiamo dilungarci ma consiglio a tutti di leggere le linee guida dove potrete veramente comprendere come ogni parola scritta sia frutto della vita di tante comunità che hanno colto la bellissima opportunità di camminare insieme, con il cuore aperto alle sorprese dello Spirito che ci chiede sempre più di testimoniare con la vita concreta la Risurrezione di Gesù. I prossimi passi saranno l’assemblea dei referenti diocesani del Cammino sinodale del 30 settembre – 1° ottobre dove andremo Flavio ed io e dove parteciperemo anche ad una grande veglia ecumenica in piazza S. Pietro per testimoniare che la Chiesa per essere sinodale deve essere anche ecumenica. Poi dal 4-29 ottobre 2023 ci sarà la Prima sessione del Sinodo dei Vescovi, che vedrà la presenza anche di presbiteri, diaconi, laici e laiche, consacrati e consacrate a testimonianza che ciascuno con pari dignità è pietra viva della Chiesa. Preghiamo per questi momenti e continuiamo a lavorare nei nostri “cantieri aperti” per entrare a maggio 2024 nella fase profetica del cammino

CONVERSAZIONE NELLO SPIRITO
Con questo intervento introduco la modalità della Conversazione nello Spirito, che possiamo veramente definire come la realtà centrale del cammino sinodale e della realizzazione di comunità, che camminano insieme, conversano tra loro, incontrano Gesù lungo il cammino, gradualmente lo riconoscono e si sentono chiamati all’annuncio. Per comprendere questo metodo bisogna farne esperienza e soprattutto è indispensabile cogliere che, all’interno di questa dinamica, c’è una realtà spirituale molto profonda che si sviluppa in una dimensione orante, fatta di silenzio e di ascolto che ci permette di sperimentare la presenza viva del Risorto che ci spinge allo slancio missionario. Per vivere la sinodalità, che possiamo anche chiamare comunione, è importante fare esperienza della conversazione nello Spirito e diventarne “artisti”, cioè ritrovarci insieme, ascoltare la Parola di Dio, sintonizzarci insieme sull’azione dello Spirito Santo per agire nell’amore. Abbiamo la possibilità di RICONOSCERE, INTERPRETARE e SCEGLIERE ciò che lo Spirito vuole dire attraverso di noi alla Chiesa. Tutto questo richiede l’allargamento della nostra interiorità, occorre che il nostro cuore e la nostra mente si allarghino e che il nostro cuore possa diventare come quello di Cristo che accoglie e abbraccia tutti. Non avevo mai approfondito l’origine del termine “conversare”, ma ad un incontro a cui ho partecipato ho sentito che partendo dall’origine latina significa “abitare insieme la stessa realtà, sentirsi interpreti responsabili costruttori della stessa realtà”. Ecco allora che questo metodo di conversazione nello Spirito ci può aiutare gradualmente ad una conversione personale e comunitaria e farci passare da una visione di Chiesa chiusa al suo interno, ad una realtà viva con un cuore largo aperto sull’umanità. Tanti di voi hanno già sperimentato la conversazione nello Spirito e magari ci sarà qualcuno che lo farà per la prima volta. Vi dico soltanto: PENSATE CHE STIAMO VIVENDO UN MOMENTO SACRO. Ogni gruppo avrà un facilitatore, inizieremo con una preghiera e di seguito leggeremo una parte del Vangelo dei Discepoli di Emmaus, poi faremo un momento di silenzio (un momento prezioso per preparare il nostro cuore), poi inizieremo il primo giro dove ognuno a turno prenderà la parola e sarà importante l’ascolto profondo. Ascoltando chi sta parlando possiamo cogliere dove lo Spirito Santo si muove. Si consiglia uno stile narrativo (non discutere sui principi ma raccontare esperienze e visioni che rispondono alla domanda). A tutti viene data la stessa quantità di tempo per parlare (3’) dopodiché ci sarà un suono che indica la necessità di concludere il pensiero che si sta esponendo, questo è un aiuto per educarci a dire le cose essenziali e che ci sembra siano suggerite dallo Spirito. Terminato il giro avremo qualche minuto di silenzio (un tempo utile per mantenerci nella realtà sacra del momento) durante il quale i partecipanti osservano dentro se stessi come si sono sentiti coinvolti dalle parole degli altri. Poi si inizierà il secondo giro dove ciascuno condivide ciò che più lo ha colpito di quanto emerso. Anche questo non è un momento per discutere o confutare ciò che qualcun altro dice ma abbiamo veramente la possibilità di passare dall’IO al NOI chiediamoci:
• come sono stato influenzato da ciò che ho sentito? (positivamente→raccolgo e rilancio la proposta; negativamente→lascio cadere la proposta senza criticare, semplicemente l’abbandono)
• C’è un filo conduttore in ciò che è stato condiviso? Manca qualcosa che mi aspettavo venisse detto?
• Sono stato particolarmente toccato da una specifica condivisione?
• Ho ricevuto una particolare intuizione o rivelazione? Di cosa si tratta?
• Dove ho sperimentato un senso di armonia con gli altri mentre condividevamo l’uno con l’altro? Quando “mi ardeva il cuore in petto”?
Al termine del secondo giro ancora qualche minuto di silenzio per notare quali punti chiave sentiamo siano emersi nel gruppo (non per forza quelli detti più volte ma quelli dove sentiamo maggiormente l’ispirazione dello Spirito). Infine passeremo alla parte del “costruire insieme” dove riusciremo a far emergere a quali passi ci sta chiamando lo Spirito Santo.

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