
Da giovedì 25 maggio alla sera di sabato 27 maggio, i nostri fratelli maggiori, gli Ebrei celebrano SHAVUOT, la seconda Festa di Pellegrinaggio, che cade sette settimane dopo la festa di Pesah, la Pasqua ebraica.
Con questa festa, gli Ebrei ricordano e celebrano il dono da parte di Dio della Torà al monte Sinai a Mosè e alla generazione che era stata liberata dalla schiavitù in Egitto. Il fatto è raccontato nel capitolo 24 del libro biblico dell’Esodo;
“Il Signore disse a Mosè: «Sali verso il Signore tu e Aronne, Nadab e Abiu e settanta anziani d’Israele; voi vi prostrerete da lontano, 2solo Mosè si avvicinerà al Signore: gli altri non si avvicinino e il popolo non salga con lui».
3Mosè andò a riferire al popolo tutte le parole del Signore e tutte le norme. Tutto il popolo rispose a una sola voce dicendo: «Tutti i comandamenti che il Signore ha dato, noi li eseguiremo!». 4Mosè scrisse tutte le parole del Signore. Si alzò di buon mattino ed eresse un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d’Israele. 5Incaricò alcuni giovani tra gli Israeliti di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione, per il Signore. 6Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò l’altra metà sull’altare. 7Quindi prese il libro dell’alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: «Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto»”.
Tutti noi dobbiamo essere grati ai nostri fratelli ebrei per aver accolto (per primi!) i comandamenti di Dio, per aver espresso l’intenzione di eseguirli con fedeltà e per averli trasmessi a tutte le generazioni future con la parola e con l’esempio.
La Commissione per l’ecumenismo e il dialogo con le religioni della Diocesi di Acqui