Sir 3,19-21.29-31 (NV)
Letto domenica scorsa un pezzo di Lc.13, forse il capitolo più mutilato, nella pretesa lettura continuata del
nostro Vangelo, leggeremo in due domeniche i brani iniziale e finale di Lc 14. Nel primo c’è l’esortazione a
scegliere gli ultimi posti. Perciò viene proposta qui l’umiltà, dal Siracide o Ecclesiastico al cap. 3, anche lì,
“scegliendo fior da fiore” solo alcune frasi. “NV” è la nuova versione della Bibbia presentata dalla CEI. Chi ha
una versione anteriore (p.es. le Paoline) ha una numerazione leggermente diversa, perché basata su un
diverso originale greco. Sir non c’è nel canone ebraico; è un “deuterocanonico” del canone cristiano.
Qualche commentatore si rifà anche ad un testo ebraico scoperto più d’un secolo fa; p.es. la Bibbia di
Gerusalemme nella nota a 3,20. Tale commentario cita in nota anche la Neovolgata in 3,22, così
aumentiamo la confusione degli 0riginali. Però nel testo di questa Bibbia, la più in uso, ci sono in due
colonne le due numerazioni. Nella mia edizione a p.1151s. una nota introduttiva toglie meglio la
confusione. Sul tema dell’umiltà, frequentissimo, osserviamo soltanto che a volte scegliere l’ultimo posto
può assecondare la pigrizia. Tra qualche settimana ci sentiremo dire ancora che siamo servi inutili (Lc 17,10)
non quando “ci tiriamo indietro” pigramente, ma quando “abbiamo fatto tutto quel che dovevamo fare”.
Sal 67 (nelle Bibbie 68)
Solo la parte finale del v.7, seguendo la Bibbia CEI (“a chi è solo, Dio fa abitare una casa”) può corrispondere
al ritornello proposto per il Vangelo sulla “casa per il povero” e può servire per il tema dell’umiltà. Ma,
leggendo il salmo intero, si può allargare la visuale per un’umiltà di tutta la chiesa e non solo del singolo. Il
Salmo, forse di Davide stesso, celebra poi qualche vittoria del re d’Israele concessa da Dio al suo popolo,
dopo avergli dato già il possesso della terra e la casa a Gerusalemme. Al v.13 le donne, attive nell’impresa
del bottino in guerra, ci ricordano che anche oggi sono forse la forza principale della chiesa, anche se non
hanno il debito riconoscimento nella sua direzione. L’umiltà di tutta la chiesa ci potrebbe aiutare anche oggi
a “leccarci le ferite” nella crisi religiosa attuale. Vale la pena di ricordare che, sotto la guida di Papa
Francesco, i cristiani, senza cercare il proselitismo, si fanno promotori di un importante dialogo
interreligioso, in cui sembra un passo avanti la partecipazione in Kazakistan, nell’imminente visita, a metà
settembre: un passo avanti, perché in casa altrui, rispetto ai tentativi incominciati ad Assisi molti anni fa.
Eb 12,18s. e 22ss.
Vi si dice che non abbiamo più paura come nell’AT. Se non si fosse saltato 12,20s. si capirebbe meglio il
confronto. Infatti in 12,21 si cita Dt 9,19 e la paura che Mosè provò dopo la colpa del vitello d’oro e il
relativo castigo. Nonostante tutte le nostre prove, il monte Sion, la città del Dio vivente, la Gerusalemme
celeste, nuove prospettive cristiane, danno una grande serenità, colla fede in Gesù Mediatore della nuova
alleanza, fede ricordata ampiamente fin qui.
Lc 14,1.7-14
Precedute dalla omessa notizia del miracolo dell’idropico nell’invito a pranzo (14,2-6), abbiamo la ricordata
(e già commentata) ammonizione a scegliere gli ultimi posti e quella di invitare i poveri invece di impiegare
le risorse per avere il contraccambio, come succede oggi, p.es. nei regali per i matrimoni o altre feste. Il
tutto per arrivare alla parabola del banchetto, di cui molti rifiutano l’invito (14,15-24). Parabola che è
saltata perché già letta nell’anno “A” in Mt 22,1-10, che vi aggiunge il rimprovero per l’invitato sprovvisto
della veste nuziale. In Mt essa fa parte d’un secondo gruppo di parabole, dopo quelle di Mt 13, messo dopo
l’ingresso finale di Gesù a Gerusalemme. Invece Lc inserisce il tema prima, durante il suo lungo viaggio. La
conclusione pessimistica (Lc 14,24), assente in Mt, mantiene ancora il tono aspro che abbiamo notato nelle
due domeniche precedenti e che ci fa riflettere sempre sulla defezione attuale dei cristiani nella frequenza
domenicale alla chiesa.