Commento alle Letture della Santa Pasqua a cura di don Enzo Cortese

At 10,34a.37-43

Forse S. Pietro e la sua Chiesa non sarebbero stati capaci di staccarsi dal Giudaismo e aprirsi ai gentili se non ci fossero state le persecuzioni. Queste fecero scappare i cristiani da Gerusalemme (At 8,4) che fecero diffondere il Vangelo, preparando il terreno. Così l’apertura può essere decretata da Pietro, preparato dalla visione di Joppe (Giaffa, vicino a Tel Aviv), come racconta lo stesso cap. 10. “In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenza di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga. “ Questa verità viene decretata addirittura di fronte ai Romani, a Cesarea, loro quartier generale, il cui porto rendeva facili i collegamenti col governo imperiale. Là si potrà mettere S. Paolo, al sicuro dagli attentati degli avversari Giudei, e di là salperà per Roma, dopo i suoi viaggi missionari. In questo si vede come lo Spirito guidi Lui e sostenga i passi della Chiesa. E’ un peccato lasciar fuori i vv. 34b-36: “Dio non fa differenza di persone” è lo slogan ripetuto sovente (Rom 2,11; Gal 2,6; 1 Pt 1,17) contro la chiusura del cristianesimo, che la matrice giudaica avrebbe voluto imporre e che frena sovente anche noi, prigionieri dei nostri schemi ideologici.

Sal 118 (nel lezionario 117)

E’ il cavallo di battaglia nella preghiera pasquale. Conclude l’Hallel recitato a Pasqua dagli Ebrei (Sall. 113-118) e finito all’inizio del 5° libro del Salterio. Ad esso la Chiesa aveva premesso, da sempre, nei suoi vespri domenicali, il messianico 110 e i due alfabetici 111s. Il 118, a conclusione dell’Hallel, lo hanno recitato anche gli Apostoli, con Gesù, dopo la cena, scendendo verso il Getsemani (Mt 26,30). Fuori e ben prima della collana, dobbiamo immaginarlo cantato per secoli da Israele al tempio, col re, in processione (118,19 e 27). Colle parole di Davide ringraziavano perché i nemici erano stati sconfitti (vv. 10ss. In realtà il verbo è “circoncisi” e rievoca le imprese narrate in 1 Sam 18, 25ss!). La vittoria che invochiamo anche noi (v.25) è quella della risurrezione, che oggi celebriamo. 118,26 è finito nel triplice “Santo”, che diciamo ad ogni messa prima della consacrazione.

Col 3,1-4 (o 1 Cor 5, 6b-8)

Quanto c’è bisogno che il nostro cristianesimo si innalzi in questa Pasqua: “cercate le cose di lassù”! Dalla Russia è scomparso il vecchio ateismo di Stato; ma ora il successivo cristianesimo ortodosso di Mosca, stando alle ultime informazioni de “Il Regno- Attualità”, s’è creato l’ideologia della 3a- Roma. Secondo il Patriarca Cirillo e Putin, suo braccio secolare, dopo la Roma imperiale, è alla fine anche Roma-2, quella cristiana, dopo due millenni, perché si è corrotta e fa spazio all’omosessualità e altri disordini. Invece la Roma-3 sarebbe la forza che trattiene la manifestazione dell’ira di Dio contro la “apostasia” del nostro cristianesimo (si veda 2 Tess 2,3-6). Così la Russia sarebbe autorizzata anche a compiere i massacri in Ucraina, per difendere i suoi confini e la sua fedeltà, contro la NATO e l’Europa. Purtroppo anche i cristiani ortodossi Ucraini, già legati a Mosca, sono costretti a rispondere al massacro per difendersi. Così una buona parte dei cristiani ortodossi si ammazza a vicenda, come non mai. Per fortuna c’è ancora Papa Francesco, nella vecchia Roma! Lui vuole che conducano assieme la Via-Crucis del Venerdì Santo due famiglie: una ucraina e l’altra russa! Ma anche il nostro cristianesimo occidentale è in un pantano, dal quale cerchiamo di risollevarci, ora, con i tentativi di “pastorale sinodale”. Caduto il muro di Berlino, nel 1989, ci si aspettava che tornasse la fede cristiana. Non pare tornata nei paesi liberati e nell’occidente s’è diffuso un nuovo ateismo; non più obbligato ma libertario e anche i cristiani sono diventati libertari e inclini a ogni capriccio. Anche oggi si aspetta la fine della pandemia per soddisfarli. Chiediamo a Gesù risorto che ci innalzi Lui!

Gv 20,1-9

Pietro arriva trafelato al sepolcro, con Giovanni, dopo l’avviso della Maddalena. Mi sembra che la sorpresa sia costituita dal fatto che vedono le bende afflosciate, il che rende impossibile l’idea del furto del cadavere. I ladri o l’avrebbero portato via fasciato o l’avrebbero sfasciato e allora le bende non sarebbero afflosciate. Il miracolo l’ha fatto Gesù, uscendo dalle bende! Le radiazioni con cui le ha oltrepassate si sono impresse nella Sindone di Torino. Gustiamoci la presenza di Gesù risorto e chiediamogli ancora, dal nostro mondo impantanato, un rinnovamento speciale della sua risurrezione.  Don Enzo Cortese

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