Congresso Giovani Shalom: “voliamo in alto”

Giunto per la prima volta in Italia, il Congresso Giovani della Comunità Cattolica Shalom (CGS) ha visto una spiccata rappresentanza di giovani provenienti dalle Diocesi Di Acqui e di Asti. Dal 2 al 4 dicembre i ragazzi appartenenti alla comunità (fondata in Brasile nel 1982 da alcuni giovani per “l’evangelizzazione dei giovani”) e provenienti per la maggior parte da alcuni paesi delle due diocesi (Nizza Monferrato, Vaglio Serra e Montegrosso d’Asti ed Asti) si sono riuniti all’Università “La Sapienza” di Roma per condividere la gioia, i sorrisi e la preghiera comunitaria in Dio.

Il tema-messaggio era di stimolo per la nostra generazione : “Duc in Altum”, andare in alto, più lontano di dove i nostri passi potrebbero arrivare. L’evento si è configurato come un’esperienza originale per avvicinare i giovani alla fede. La missione è stata resa possibile grazie a varie iniziative: balli, concerti – in primis quello della band Reale, gruppo di grande impronta cattolica – performance teatrali e conferenze tenute da teologi e docenti universitari, senza dimenticare i profondi momenti di Adorazione in intimità con il Signore. Un “grido di pace”, di speranza  di cui la generazione del ventunesimo secolo è ancora capace. Tra i motivi che hanno spinto i ragazzi a partecipare certamente stringere nuove amicizie, visitare la capitale nel corso delle tre giornate ma, soprattutto, vivere un’esperienza religiosa e provare il coraggio di andare oltre la quotidianità. “È così gratificante percepire che ogni secondo impegnato nell’organizzazione di questo evento è servito per compiere i progetti del Signore”, afferma Antonio Ponzo, 19 anni da Vaglio Serra, coinvolto in prima persona nell’organizzazione dell’incontro. “Penso che chi sia venuto (anche per caso) sia ritornato a casa cambiato dall’interno: tutti si sono messi in gioco facendo il passo che a ognuno Dio chiede.”

Il congresso ha acceso una lampadina nelle nostre menti, risvegliando il senso di quelle esigenze primitive (quali affetto, giustizia, comprensione) che la banalità della società del consumo assopisce e a tratti banalizza. “Ho provato emozioni forti e positive”, conferma Eros Monteleone, ragazzo nicese. “Eravamo tutti lì, con le nostre storie, le nostre paure, i nostri dubbi, con le proprie unicità ma un filo invisibile ci ha sempre tenuti uniti  durante il congresso.”

“Tutto ciò è solo una piccola parte di quello che ci portiamo nel cuore”, continua Ponzo. L’invito è per settembre del prossimo anno sempre a Roma. Questa volta vi prenderanno parte i giovani della comunità sparsi in tutto il mondo. Una bella opportunità anche per noi delle Chiese di Acqui ed Asti,  tenendo presente che mai dobbiamo chiuderci a riccio di fronte alle belle novità.

Mara Jitaru, 18 anni

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