Commento alle Letture di Domenica 14 agosto 2022 a cura di don Enzo Cortese

Ger 38,4-6.8-10
E’ uno dei “racconti” (si trovano specialmente da Ger 24 in poi), che costituiscono una parte notevole del
libro, intrecciata con quella principale degli oracoli al popolo (quella poi contro i pagani va da Ger 46 a 51).
Si narra una seconda prigionia del profeta (di una precedente parla Ger 37 e già Ger 20,2). E’ scelta per
prepararci alle considerazioni di Gesù sulla sua morte-risurrezione e la sua missione, di cui nel Vangelo.
L’estrazione di Geremia dalla cisterna, da parte dell’etiope Ebed-melek, dunque non di un Ebreo, prefigura
un po’ la risurrezione di Gesù.
Sal 39 (nella Bibbia 40).
E’ il penultimo del primo libro (Sal 1-41) e uno dei più belli (..se lo leggiamo per intero!). I vv. 7ss. sono
messi in bocca a Gesù quando viene nel mondo in Ebr 10,5ss., ma non sono tra quelli citati oggi. Si scelgono
invece quelli che parlano dei malanni e invocano l’aiuto di Dio in 13s. e da 14 in poi; anche questi tagliati nel
testo latino per le invettive contro i nemici. Da segnalare pure che 39,14-18 è uguale al Sal 70, il che indica
una lunga e confusa storia della formazione del Salterio. Ricordiamo soltanto che dal Sal 42 a 83 gli esegeti
parlano di un “Salterio Elohista’’, un’antica raccolta di salmi recitati nell’esilio babilonese, proprio quello
annunciato da Geremia! In essi si aveva cura di pronunciare il nome di Dio (Elohim) e non quello di JHWH (a
norma di Sal 137,4: non si deve cantare JHWH in terra straniera). Aggiungiamo che nelle traduzioni, già a
partire dal Greco, anche il frequente “’Adonaj” si traduce sempre “Signore”, come JHWH. Così non siamo in
grado di distinguere bene nelle traduzioni, e dunque nell’ipotizzato Salterio Elohista, tra i due nomi
“signore”, se non leggiamo la Bibbia nell’originale ebraico. La raccolta aveva all’inizio una decina di “Salmi
di Qore”, alla fine altrettanti di Asaf e al centro il secondo gruppo dei “Salmi di Davide” (51-70). La storia
della formazione del Salterio dopo l’esilio continuerà e si arriva poi alla divisione nei 5 libri (il 2° da 42 a 72,
il 3° da 73 a 89 e, così via gli altri, indicati nella Bibbia).
Eb 12,1-4
Dal brano di domenica scorsa, che cominciava la lettera improvvisamente al cap.11 e finiva al v.19, ora,
saltando 11,29-40, riprendiamo da 12,1, verso la fine della carrellata sulla fede dei Padri, nella quale si
includono anche i cristiani viventi al tempo della lettera, nell’imminenza del 70 d.C. e della distruzione
romana di Gerusalemme. Cristiani dell’ebraismo e cristiani del paganesimo, uniti nelle persecuzioni da una
fede di cui Gesù è autore e nostro modello. Che la Madonna Assunta, dall’alto della sua gloria, aiuti anche
noi oggi a sopportare le nostre croci.
Lc 12,49-53
Finalmente senza tagli e salti si continua il precedente Vangelo (anche quello, però, tagliato, secondo il
lezionario, che ha proposto la forma ridotta, quella per lo più scelta per l’omelia!). Gesù comincia a parlare
del fuoco che ha fretta di gettare sulla terra. In Mt 10,34ss., il cap. del discorso missionario, si coglie la
stessa esigenza, ma qui forse Lc. fa trasparire anche una specie di paura umana e di doloroso disappunto: di
fronte allo sconvolgimento che ne verrà, succederanno disastri perfino nelle strutture più intime della
società, anche a causa delle conseguenti persecuzioni, che possono sfasciare le famiglie; per esempio nella
distruzione di Gerusalemme, ricordata alla fine del cap. successivo. Il Signore non si sente solo responsabile
della parte rosea della “nuova creazione”, ma anche quasi colpevole di quella dolorosa! E’ una specie di
perplessità, dispiacere e irritazione che si diffonde nel contesto, in rimproveri e minacce. Una maniera più
profonda di capire le sofferenze di Gesù.

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