
At 2,1-11
La discesa dello Spirito Santo a Pentecoste, dopo 50 giorni dalla risurrezione di Gesù, segna l’entrata in azione di Colui che Gli subentra, come promesso. I fenomeni che la manifestano sono il vento, che è la parola fondamentale in ebraico, già nell’AT, in greco e anche in latino (“spiritus”), il fuoco, sprigionato dai cuori, e le lingue, con cui saprà esprimersi dovunque. E’ già il compendio di quanto Egli farà nel corso di tutta la storia, dal libro degli Atti alla vita attuale della Chiesa e di tutti i singoli cristiani nel mondo.
Sal 103 (104 nella Bibbia)
Lo si invoca da Dio, che è condotto dallo Spirito-vento (v.3), da Lui che fa dei venti i suoi messaggeri (v.4), fa morire le creature togliendolo (v.29) e le crea se lo manda, rinnovando la faccia della terra (v.30). Questo antico salmo, che forse conserva un pezzo della preghiera al Sole del Faraone Achenaton (Amenofis IV, sec 14° a.C.), anteriore a Mosè, pezzo incorporato ipoteticamente da Salomone, ci fa contemplare il creato. Il v.30 è scelto da sempre come invocazione dello Spirito Santo e ha il pregio di mettere prima la morte e poi la vita, mentre nella realtà avviene sempre il contrario.
Rom 8,8-17
Dopo aver mostrato in tanti capitoli della lettera che la salvezza non ci viene dalle opere buone esaltate dal Giudaismo ma dalla fede in Cristo, Paolo descrive anzitutto come avviene in noi questa salvezza. E’ opera della Spirito Santo, che ci libera dalla legge della carne e viene ad abitare in noi. Dopo aver risuscitato Gesù risusciterà anche noi (v.11). E’ uno Spirito che ci rende liberi e figli di un Dio, Che Egli ci fa invocare come papà (vv.14ss.). In un secondo momento si parla dell’attività dello Spirito nel creato, nei versetti successivi: 18-22. Credo sia oggi una delle pagine più suggestive, anche dal punto di vista ecologico; ci fa continuare i discorso del salmo!
Gv 14,15-16.23b-26
Dello Spirito Santo si parla più negli Atti e nelle lettere del NT che nei Vangeli, com’è naturale: in questi si parla di Gesù, quand’è con gli Apostoli, negli altri si parla più dello Spirito, quando Gli subentra. Nei Sinottici parlano dello Spirito i Vangeli dell’infanzia (Lc e Mt) e, con Mc, all’inizio della vita pubblica, quando compare sotto forma di colomba, con la voce del Padre, Che lo presenta. Mt si chiude infine con l’ordine di battezzare nel nome della Trinità. Solo Lc nel commiato finale promette lo Spirito (24,49). Gv fa un po’ eccezione. Parla dello Spirito già con Nicodemo (cap. 3); poi quando invita a bere l’acqua dello Spirito (cap7), Che però non è ancora dato; nei discorsi dell’ultima cena, da cui è preso il nostro brano come già gli altri delle precedenti domeniche pasquali ed infine nella prima apparizione del Risorto, quando soffia sugli Apostoli. Nel nostro brano evangelico ne parla in 14,16 e poi in 26, in 15,26 e in tutto 16,7-15. Della Sua frequentissima citazione in Atti e nelle lettere è impossibile dare anche solo l’elenco. Ci vogliono le concordanze greche del NT alla voce “pneuma”; vi si trovano anche i moltissimi casi in cui “spirito” a volte significa altre cose, compresi gli spiriti cattivi! Ma la nostra madre Chiesa ci fa leggere una bella e autorevole sintesi biblica fatta nella “Lumen Gentium” del C.V.II (§§ 4 e 12); e proprio mercoledì, ultima settimana di Pasqua, alla seconda lettura del Breviario, sulla infusione dello Spirito nei cuori, individualmente e come Chiesa, e sull’illuminazione infallibile dei Cristiani con le loro guide (è citata perfino una frase, il v. 20, dell’unico capitolo della lettera di Giuda, ultimo libro del NT!). Vi è presentata come opera dello Spirito Santo tutta la Sua azione in Gesù, soprattutto alla risurrezione, in noi singoli e nella Chiesa. Così è stato poi in questi 2000 anni e sarà in futuro, fino alla stessa risurrezione finale, che sarà opera Sua. Una pagina più esauriente è nella Bibbia-Paoline al vocabolarietto finale, voce “Spirito Santo” o la stessa, molto ampia, di R.Penna, nel loro “Nuovo (? 1988!) Dizionario di Teologia Biblica”.