Commento alle Letture di Domenica 29 maggio- Ascensione a cura di don Enzo Cortese

At 1,1-11
Dopo l’introduzione al libro (1,1s.), come quella che Lc ha voluto mettere, solo lui, al suo Vangelo, abbiamo il racconto dell’Ascensione, propriamente nei vv.9-12; prima ci sono notizie importanti: sui 40 giorni di incontri con gli apostoli dopo la risurrezione (1,3) e sull’arrivo dello Spirito Santo (1,4-8), che è chiamato “promessa del Padre”, già ricordata da Gesù (stessa espressione nel Vangelo che vedremo: Lc 24,49; alcune traduzioni lo presentano erroneamente già come persona). Di “promesse di Dio”, in tutto l’AT ce ne sono tante, tutte realizzate in Cristo (vedi 2 Cor 1,20). Questa però è la più urgente, ora che Lui lascerà gli Apostoli. Finora c’era Lui a risolvere i problemi e ora essi diventeranno sempre più grossi e drammatici. Noi non avvertiamo la drammaticità di questo commiato perché da sempre siamo abituati alla Sua assenza e alla presenza dello Spirito. La chiesa con Esso ha affrontato e risolto tutti i problemi di questi 2000 anni. Si è estesa, con i sacramenti, le strutture, le costruzioni e le opere. L’Ascensione noi la viviamo solo nel rito. Ma l’Ascensione non è solo il completamento del trionfo di Gesù risorto; è stato il grande stacco da una fase ad un’altra, cioè al mistero della nuova esistenza, intangibile, di Gesù risorto (dove e come, ora con sua madre; una presenza misteriosa e diversa dalle nostre concezioni e un po’ simile a quella dell’Eucaristia), presenza sostituita dallo Spirito Santo. Per la comunità degli Apostoli era un salto tragico. Per questo è necessario ricordare loro l’arrivo dello Spirito, su cui torna il v. finale (At 1,8).
Sal 46 (nella Bibbia 47)
E’ al centro, tra 46 e 48, di bellissimi salmi di Qore, che celebrano eventi storici gloriosi di Gerusalemme, protetta dal suo Re (vv.3 e 8), Dio, e con lui, il discendente di Davide. L’universalismo di questo regno è piuttosto trionfalista, perché campeggia ancora l’auspicato dominio di Israele su tutta la terra. E’ scelto perché parla di ascensione (v.6); questa e il contorno delle grida, delle trombe, dei canti, indica una processione solenne, forse con l’arca riportata su nel tempio al termine d’una processione.
Eb 9,24-28; 10,19-23
Si vogliono tenere assieme due testi d’un lungo brano, omettendo la gran parte intermedia del cap.10, che, a sua volta, riassume il discorso generale della lettera. E’ il primo testo quello che ci insegna l’atteggiamento da tenere di fronte all’Ascensione di Gesù, che ritornerà a noi che l’attendiamo (9,28), come già detto agli apostoli in At 1. La lettera, scritta specialmente per i giudeo-cristiani di Gerusalemme, ancora affezionati al tempio e al suo culto, ha cercato di prepararli all’imminente tragedia della sua distruzione, nel ’70 d.C. e di attirarli al Sacrificio Unico, centro del nostro culto cristiano, ancora una volta spiegato nel brano saltato. Così, nel secondo testo, siamo invitati tutti ad avvicinarci ad esso con fede (10,22) e a “mantenere ferma la professione della speranza” (v.23), aiutandoci nelle nostre comunità. Finalmente 10,25 (quello si che non doveva omettersi!) esorta a frequentare regolarmente l’eucaristia settimanale. Il tutto è una bella esortazione ora che ci avviciniamo alla conclusione del tempo pasquale.
Lc 24, 46-53
Riprendiamo il Vangelo di quest’anno, lasciando il Giovanni del tempo pasquale, anche perché Luca, unico tra i Sinottici nei racconti del commiato, accenna alla venuta dello Spirito (l’espressione è quella già vista in At 1,4). Nel suo racconto si è dilungato solo nell’episodio suo proprio, quello dei discepoli di Emmaus (Lc 24,13-35) e nel presentare gli eventi della risurrezione come adempimento delle Scritture (24,44s.; non solo 24,46!); altrimenti sembra aver fretta di concludere, per iniziare gli Atti. Non parla delle apparizioni in Galilea e tutto sembra risolversi qui in un giorno, a Gerusalemme; eppure è proprio Luca che parlerà di 40 giorni prima del commiato (At 1,3)! Il grande impegno della “testimonianza” lo traccia però già qui alla Chiesa e lo descriverà a lungo nell’altro suo libro, con la forza dello Spirito, cui ci prepariamo nella novena, da venerdì 17. Don Enzo Cortese

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