
Dal 13 al 15 maggio Flavio Gotta ed io abbiamo partecipato al secondo incontro nazionale dei referenti diocesani per il Sinodo.
Eravamo 242 referenti (laici, presbiteri e diaconi, consacrate e consacrati) e dodici vescovi delegati dalle Conferenze episcopali regionali. L’incontro è stato un momento di condivisione Sinodale su un documento di servizio generato dalle sintesi diocesane e dopo il lavoro dei gruppi al termine dei tre giorni è stato elaborato un nuovo documento di servizio che andrà all’Assemblea Generale della Cei, in programma a Roma dal 23 al 27 maggio alla quale prenderanno parte anche due delegati individuati dalle Conferenze episcopali regionali e chiamati a portare il loro contributo.
E durante il congresso Eucaristico di Matera sarà riconsegnato tutto ai territori per un secondo anno di ascolto.
Ma oltre a condividere queste notizie ritengo importante comunicare cosa abbiamo vissuto e soprattutto la gratitudine, perché questo secondo incontro nazionale dei referenti diocesani è stato un’esperienza di Chiesa dinamica e vivace, una Chiesa aperta alle novità dello Spirito Santo e che mi ha riempito il cuore di speranza, non una speranza superficiale ma consapevole e gioiosa.
Arrivare qui per la seconda volta, dopo aver compiuto un pezzo di strada nelle Diocesi, ci ha fatto proprio toccare con mano la dinamicità del camminare insieme.
Una Chiesa, Popolo di Dio composta da Vescovi, sacerdoti, consacrati e laici che legati dall’unico sacerdozio battesimale si vuol lasciare trasformare da Cristo presente tra due o più uniti nel Suo nome e presente nell’umanità.
Una Chiesa che accoglie e si lascia accogliere, in una reciprocità che porta alla fratellanza.
Una Chiesa che non nasconde le tensioni e i conflitti ma che si pone davanti a questi trasformandoli in anelli di congiunzione che costruiscono unità.
In questi giorni, abbiamo visto che camminando ci si apre sempre al nuovo, si aprono nuovi orizzonti e si sperimenta che Gesù fa nuove tutte le cose.
Sinodo è “Camminare insieme” e nei lavori di questi giorni ci siamo resi conto che questa dinamicità richiede il coraggio di lasciarci scombinare i piani uscendo dai nostri “nidi caldi e sicuri” che paralizzano e bloccano.
Abbiamo sperimentato con maggior intensità che questo processo sinodale ci permette di passare da tanti io ad un ‘noi’, cammino faticoso ma entusiasmante che ci dice:
“continuate con coraggio: fermatevi, ascoltatevi e lasciatevi guidare alla realizzazione di una Chiesa sempre più ad immagine di Gesù.”
Eugenia Travo