
PALME 2022
Attraverso la lettura della Passione nel Vangelo di Luca oggi siamo chiamati ad iniziare il cammino della Settimana Santa e ad aprirci al mistero pasquale che insieme celebreremo in modo particolare nel triduo tra giovedì e sabato santo.
Nella Lettera ai Filippesi, ascoltata nella seconda lettura, Paolo dice in questo inno che Gesù svuotò se stesso assumendo la condizione di servo. E questo è proprio quanto Gesù stesso afferma nelle parole che abbiamo ascoltato poi nella Passione di Luca: “ Io sto in mezzo a voi come colui che serve”.
Possiamo oggi insieme provare a riflettere proprio su questa verità così essenziale. Abbiamo sentito nella lettura evangelica che proprio dorante l’ultima cena nacque tra i discepoli una discussione su chi di loro fosse da considerare più grande.
Ci appare veramente singolare questa cosa: siamo nel momento più importante, anche nel rapporto tra Gesù e i discepoli. Il momento in cui Gesù sta per lasciarli, esprime nelle sue parole quasi un testamento, è il momento in cui annuncia la sua morte e spiega ai discepoli cosa significhi il dono totale di sé.
Gesù inizia dicendo “ho tanto desiderato di mangiare questa Pasqua con voi”. I discepoli non possono non aver avvertito che si trovavano in un momento particolare, un momento di profonda verità nella loro conoscenza di Gesù, eppure non riescono a trattenersi dall’entrare in una discussione così insignificante.
Proprio nel momento in cui Gesù cerca di far capire ai discepoli le cose più importanti della sua missione, l’Evangelista Luca ci riferisce che essi invece si domandavano chi fosse più importante tra loro.
Anche noi ascoltando ne restiamo stupiti, eppure sappiamo bene qual è la condizione umana e come ci sia negli esseri umani la continua tentazione di dominare. Lo vediamo bene non solo nell’esperienza delle nostre relazioni personali, ma soprattutto nell’esperienza storica dell’umanità. Gli esseri umani raggruppandosi in popoli e nazioni hanno maturato il costante desiderio di dominare gli altri, in particolare di dominarli economicamente per potersi avvantaggiare delle risorse naturali. Questo accade anche oggi con la guerra che stiamo vivendo, che ci appare un po’ paradossale in relazione al nostro tempo, ma che esprime bene quell’esigenza di crearsi spazi di potere e di influenza. Giustamente noi oggi la consideriamo una cosa stupida e barbara, ma sappiamo bene che se anche sapessimo superare questo modo arcaico di sopraffazione, l’umanità si troverebbe comunque a cercare altri modi di affermazione e di dominio.
Gesù però spiega ai suoi che non deve essere necessariamente così. “Voi però non fate così”, ma chi è più grande diventi come il più giovane e chi governa come colui che serve. Proprio al momento della sua Pasqua Gesù ci insegna questa cosa così importante: si possono creare relazioni nuove. E’ possibile che lo spirito di servizio superi lo spirito di dominio. Questa che Gesù ci insegna è proprio la novità del Vangelo.
La novità del Vangelo ci dice che è possibile un mondo diverso e lo si vede chiaramente da tanti gesti di grande generosità e servizio che gli esseri umani sono capaci di compiere. Perché certo noi ci stupiamo della violenza e del male che c’è tra noi, ma ci dobbiamo stupire anche della grande capacità di amare e di servire che vediamo intorno a noi. Ed è proprio questa la novità evangelica che possiamo sviluppare .
Se riusciamo ad imparare questo spirito di servizio di Gesù e riusciamo a metterlo in pratica vediamo davvero le radici di un mondo diverso intorno a noi e capiamo davvero che dalla Pasqua di Gesù nascono delle potenzialità infinite per far crescere il mondo e l’umanità verso una sua pienezza diversa.
Se scopriamo e accogliamo il mistero di Gesù e della sua Pasqua , capiamo che la novità del Vangelo può trasformare non solo ciascuno di noi , ma anche la storia dell’umanità.
*****************************
CRISMALE 2022
“Oggi si è compiuta questa scrittura” Gesù annuncia così il suo compito profetico, lo stesso compito profetico che poi Gesù affiderà alla sua Chiesa.
Per questo ci è sempre chiesto come comunità cristiana di approfondire e scoprire il nostro impegno, che è profetico e sacerdotale, impegno di portare nel mondo la presenza stessa di Gesù, di compiere i suoi gesti di salvezza, di proclamare la santità del tempo che ci è dato.
E’ questo anche il significato della preparazione, benedizione e distribuzione degli oli che oggi compiamo perché i sacramenti che celebreremo utilizzando questi oli possano donare al mondo quella novità di cui tutti abbiamo grande bisogno.
Il compito profetico che Gesù ha affidato alla sua Chiesa è un compito di servizio al quale tutti dobbiamo sentirci orientati proprio grazie al sacerdozio che è proprietà essenziale di ogni cristiano.
Sappiamo bene che c’è un sacerdozio comune dei fedeli, che esige da ogni cristiano questo servizio profetico e questo impegno di costruire nel mondo la presenza della comunità, come segno della presenza di Gesù stesso. In questo senso è importante quindi anche valorizzare i ministeri che sono affidati al popolo di Dio, di cui oggi abbiamo un esempio con il conferimento del ministero del lettorato a due nostri fratelli che stanno vivendo il cammino di preparazione al diaconato.
A questo sacerdozio cristiano partecipano poi in modo singolare i ministri ordinati, che oggi rinnovano le promesse espresse il giorno dell’ordinazione.
Ma proprio la consapevolezza di dover svolgere un servizio speciale e specifico nella Chiesa, chiede a noi ministri ordinati di vivere con particolare attenzione il compito che ci è affidato. Vi è talvolta anche nei fedeli l’idea che in qualche modo i presbiteri siano i capi della chiesa e che sia loro attribuita una sorta di autorità totale sulla vita della comunità.
Non dobbiamo invece dimenticare che l’unico capo della Chiesa è Cristo stesso e che il nostro servizio è quello di favorirne l’unità, di accogliere e far crescere i carismi presenti nel popolo di Dio e di sentirci a servizio di una comunità che era prima di noi e che continuerà dopo di noi.
Quando Papa Francesco insiste nel dire che è necessario superare il clericalismo, intende proprio aiutarci a costruire un modello ecclesiale migliore, che valorizzi pienamente anche le capacità, le intuizioni pastorali e la progettualità dei presbiteri, ma che faccia loro evitare di sentirsi il centro e il perno di ogni attività e che permetta invece, in una dimensione di vero servizio, di far crescere tutta la storia e il bene già presente in una comunità.
Per questo è importante in ogni luogo valorizzare veramente il Consiglio Pastorale e quello per gli Affari Economici perché ogni comunità si senta pienamente coinvolta nel proprio compito missionario di annunciare il Vangelo e di costruire la presenza cristiana sul territorio in cui vive.
Il servizio profetico che Gesù si attribuisce nella pagina di Vangelo che oggi abbiamo ascoltato può e deve diventare il compito di ogni cristiano ed è questo che noi oggi invochiamo perché la nostra Chiesa locale riscopra ogni giorno con più chiarezza il ruolo che le è affidato.