
Gs 5,9a.10-12
Israele è già al traguardo della terra, ma la storia non è finita. Comincia la parte importante, ora che Dio ha allontanato il male del passato, come ricorda l’etimologia di Galgala (5,9b). Adesso bisogna conquistarla, la terra, e distribuirla alle tribù, avviando una vita nuova, ordinaria, senza manna, e vivendo secondo l’alleanza fatta al Sinai. Bisogna cioè darsi una regolata quaresimale. Lo devono fare quelli che già sono in cammino, ma anche quelli che hanno smesso, magari credendo di essere tagliati fuori, per situazioni condannate dalla Chiesa. Essa deve pur mostrare la strada, ma continuano ad essere suoi figli anche i rimproverati; anch’essi devono in qualche modo tentare di riprenderla. Anche per loro c’è la misericordia di Dio.
Sal 34 (33 nel lezionario)
E’ un salmo “alfabetico” e ci se ne può render conto solo prendendo la Bibbia in mano, non il lezionario e neanche il Breviario. Di questi salmi ce ne sono 4 nel primo libro del salterio (9.25.34, appunto, e 37) e altrettanti nel quinto e ultimo (111 e 112.119 e 145). E’ inevitabile ipotizzare che sia un’inquadratura redazionale, che io attribuisco a Esdra, la cui missione, dall’esilio babilonese, va datata al 398 a.C. e non prima (l’altra ipotesi del quadro genealogico messo alla fine delle nostre Bibbie).
E’ stato scelto, probabilmente, perché dice che il Signore libera dalle angosce “Questo povero grida e il Signore lo ascolta lo salva da tutte le sue angosce” (v. 7) .. e insegna la strada ”Venite figli ascoltatemi vi insegnerò il timore del Signore” (v.12) ”Sta’ lontano dal male e fa’ il bene cerca e persegui la pace” (v.15) .. a chi è contrito “Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato egli salva gli spiriti affranti..” (v.19), appunto la strada del cammino quaresimale!
2Cor 5,17-21
Il tema, scelto a metà della Quaresima, è quello della “riconciliazione” (vv. 18-20), in linea con le altre letture. L’invito appassionato di Paolo è quello rivolto alla comunità di Corinto, molto vivace, ma anche piena di problemi. L’aveva fondata lui, venendo dal tentativo fallimentare di Atene (At 17). Di fronte a quella corruzione (qualcuno, per le dissolutezze usava il verbo “corinteggiare”), Paolo addirittura vuol fare di Corinto un centro europeo della sua teologia, assieme a quello asiatico di Efeso. Eppure vi spuntano ancora i casi dei gruppetti indipendenti di 1Cor 1 o dell’incestuoso (ivi cap. 5) o dell’impudicizia (cap.9). Ed è proprio lì che insegna le norme per matrimonio e verginità (1Cor 7). Tra le sue visite a Corinto, dopo il 2° viaggio, ce ne dev’essere anche una molto deludente (2Cor 1,23-2,1). Poi le cose si sono messe bene, nella terza visita (2Cor 12). E’ coi Corinti che si sfoga nelle sue apologie, mescolando dispiaceri e gioie.
Lc 15,1-3.11-32
E’ il secondo e ultimo brano del “viaggio lucano”. Dopo, abbandoneremo Luca (eccetto il “Passio”) per Giovanni, fino alla ripresa del tempo ordinario, a fine-Giugno, dove ricominceremo dall’inizio di quel viaggio. Era necessario però, nella Quaresima, leggere il suo tipico messaggio sulla misericordia, nella parabola del figlio prodigo, che risentiremo l’11 Settembre (dom. 24a). E’ narrata contro i farisei e i dottori della legge, che rimproveravano a Gesù di accogliere i peccatori e di mangiare con loro. Anche il comportamento del fratello, uomo “a posto” ma “interessato”, corrisponde a quello degli obiettori. Le angosce del salmo recitato sono poi quelle di chi, abbandonando il padre e sprecando i suoi beni, decide di tornare. E sono quelle della nostra società, che, dimenticando Dio, corre dietro alle cose terrene, per poi ricorrere a psicologi e psicoterapeuti. Don Enzo Cortese